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Capitalizzazione degli interessi e anatocismo bancario

PIRO4D / Pixabay

Per anatocismo bancario si intende la pratica, del tutto illecita, della capitalizzazione degli interessi passivi sul capitale dovuto. In questo modo lo stesso capitale è destinato a crescere in continuazione, soprattutto visto che in molti casi i suddetti interessi venivano capitalizzati anche quando regolarmente pagati.

La legge del 1942, fino a poco tempo fa l’unica norma in merito, decretava l’illiceità dell’anatocismo, sui debiti scaduti da meno di sei mesi, e comunque se non in presenza di altri fattori. Le banche italiane hanno comunque potuto continuare ad applicare l’anatocismo in quanto una sentenza della corte di cassazione consentiva loro di applicare comunque una capitalizzazione trimestrale degli interessi passivi che, alla fine consentiva de facto il fenomeno dell’anatocismo.

Occorre arrivare fino a pochi anni fa, passando per il famoso decreto salvabanche, per arrivare alla storica sentenza della corte di cassazione che, ribaltando completamente la precedente decisione e riprendendo le fila della normativa vigente anche in altri stati, dichiarava finalmente, definitivamente e completamente illecito l’anatocismo, passando per la dichiarazione d’illiceità proprio di quella norma sulla capitalizzazione trimestrale che fino a quel momento aveva costituito qualcosa di più che una scappatoia, a disposizione delle banche.

In sostanza le banche facevano firmare per accettazione una clausola senza la quale nessun servizio veniva erogato, e che sostanzialmente apponeva un benestare del cliente sulla capitalizzazione trimestrale. Questa accettazione veniva presentata come spontanea e consentiva tutta la manovra, fino a quando la Corte di Cassazione non ha definitivamente stabilito che in realtà il cliente era costretto a firmare per poter usufruire dei servizi bancari e questo, come si può immaginare, non aveva nulla a che vedere con l’essere d’accordo a livello di principio.

La sentenza definitiva è del 2004 e con essa si conferma l’illegalità dell’anatocismo e la non liceità di essi anche per il passato.