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Turismo, in tre anni 250mila nuovi operatori

Il turismo cerca operatori e nei prossimi quattro anni l’esercito di nuovi addetti si stima attorno alle 250mila unità. Eppure, nonostante il comparto turistico sia quindi uno dei più proficui in Italia, calano le iscrizioni agli istituti alberghieri, comprese quelle agli istituti turistici e commerciali. Ma vediamo più nel dettaglio il presente e soprattutto il futuro del settore turistico italiano.

Lo stato di salute del turismo italiano

Secondo una ricerca del Sole 24 Ore, una buona parte delle assunzioni necessarie fino al 2023 sarà in realtà a “forte rischio”, poiché quasi il 30% delle aziende italiane del comparto parla di una preparazione inadeguata delle risorse umane. Risultano, quindi, difficili da reperire diverse figure ritenute fondamentali per il settore, dai cuochi agli addetti di sala e agli addetti ai piani, passando per camerieri e account executive. Anche le nuove tipologie di strutture del comparto, pensiamo ad esempio a un hotel boutique a Roma come Hotel teatro Pace, hanno bisogno di addetti all’altezza del contesto.

Attualmente, in ogni caso, il settore turistico occupa, in Italia, a circa il 14,7% della forza lavoro nazionale, numero destinato a salire al 16,5% nel 2028. Una cifra ben più alta di Francia e Spagna, ma più bassa della Grecia, dove il comparto assorbe il 24,8% dell’occupazione, in Croazia il 23,5% e in Portogallo il 20,4 per cento.

Formazione e recruiting: lo stato dell’arte

Per massimizzare la preparazione degli addetti al settore, occorre tuttavia investire sulla formazione scolastica e universitaria, magari rinforzando i percorsi accademici in turismo e creando delle vie di accesso più dirette nei concorsi pubblici regionali e nazionali. Dunque, servono nuovi investimenti anche nella formazione tecnico-pratica. Ma come si reclutano in genere le nuove unità? Lo strumento principale, perfino oggi nel terzo millennio, è il classico “passa-parola” con tanto di cartello “cercasi addetto”. Per i centri per l’impiego passa soltanto l’8,7% del recruiting.

Le necessità dell’industria turistica

Ma di cosa ha bisogno l’industria del turismo italiana? Sicuramente di personale con conoscenze linguistiche, ma anche con competenze informatiche e con qualche esperienza all’estero. Sono proprio gli istituti tecnici e professionali a dover quindi diventare più attrattivi, contribuendo quindi a colmare meglio e con maggiore efficacia il gap tra domanda e offerta turistiche in un Paese come l’Italia in cui il comparto è davvero strategico. D’altro canto, andrebbe fatta anche un’opera di sensibilizzazione sulle famiglie per superare quei pregiudizi che ancora minacciano la formazione tecnica e professionale.