Il coding a scuola è probabilmente la novità “scolastica” più importante degli ultimi anni. Tale disciplina verrà integrata nei piani di tutti gli istituti primari entro l’anno scolastico 2022-2023, come stabilito dal Piano Nazionale della Scuola Digitale, redatto dal Ministero dell’Istruzione, e ribadito dal Piano di Ripresa e Resilienza.
Ma cos’è il coding? E perché promette di rivoluzionare la didattica scolastica? Ne parliamo qui.
Coding a scuola, una materia nuova… E utile
Letteralmente, “coding” significa programmare. Un nome che dice molto, se non tutto. La disciplina infatti punta a insegnare ai bambini i primi rudimenti della programmazione. I contenuti sono progettati per risultare accessibili ai più piccoli: verranno presentati sotto forma di gioco e vanteranno una intensa componente interattiva. Per esempio, i software per la scrittura non imporranno esclusivamente la scrittura di righe di codice, ma prevederanno dei blocchi da spostare e modificare.
La decisione di inserire il coding nei piani di studio delle scuole elementari procede da alcune ricerche in campo pedagogico, che definiscono la programmazione come la “quarta abilità di base”, dopo scrittura, lettura e calcolo. Da qui, l’idea di porre come target proprio i bambini della scuola primaria.
Ma perché il coding è così importante, soprattutto nell’età dello sviluppo? I motivi sono almeno tre.
- Sviluppa il pensiero computazionale. Ovvero, quel pensiero che consta di tre fasi: problema, risoluzione e valutazione dei risultati. Una skill fondamentale, e che può essere spesa in tutti gli ambiti della vita quotidiana, non solo nella mera attività di programmazione.
- Accresce le capacità cognitive. Nello specifico, stimola lo sviluppo e il miglioramento delle attività mnemoniche, della concentrazione e della logica.
- Incentiva problem solving e creatività. Il coding sviluppa allo stesso tempo la capacità di intervento e il pensiero laterale, fornendo maggiori strumenti al bambino dal punto di vista cognitivo e comportamentale.
Il coding dal punto di vista dei docenti
Molto più prosaicamente, il coding è importante anche per i docenti e gli aspiranti tali. Lo è proprio dal punto di vista burocratico. Infatti, il possesso di competenze circa il coding e ovviamente la docenza dello stesso, permette di scalare la graduatoria o come minimo di porsi in una posizione di vantaggio. Il motivo è duplice: da un lato permette di intercettare una esigenza pressante, benché nuova; dall’altro consente di acquisire punteggio ulteriore.
Non è un dettaglio di poco conto. Soprattutto tra i precari che stazionano nelle fasce più basse, vi è una consapevolezza diffusa sull’importanza del punteggio, vi è la convinzione (esatta) che a fare la differenza sia persino il mezzo punto in più.
Da qui, la necessità di acquisire certificazione che dimostrino la competenza nel coding e nella docenza della relativa materia. Ciò spiana la strada a un argomento molto spinoso: la frequentazione dei corsi certificanti.
Come scegliere un buon corso di coding
Negli ultimi tempi, l’offerta di corsi di formazione in grado di conferire punteggio è aumentata a dismisura. Dunque, potrebbe essere difficile discernere i prodotti di qualità dai prodotti che lasciano a desiderare o, peggio, determinano solo una perdita di tempo e denaro. Come si riconosce un buon corso? Ecco alcuni criteri utili.
- Durata limitata. Se lo scopo è acquisire punteggio, è ovvio che non si possa perdere troppo tempo dietro il singolo corso. Dunque è bene che sia ben concentrato, che coniughi rapidità ed efficacia.
- Multicanalità. Per la stessa ragione, i corsi devono essere anche “comodi”. Dunque, devono consentire la fruizione da tutti i dispositivi.
- Fruibilità permanente. Ovviamente, i contenuti devono “rimanere”, in modo da poter essere fruiti quando e dove si preferisce.
- Qualità dell’ente accreditato. E’ probabilmente il criterio più importante. L’ente non dev’essere solo di qualità, ma anche e soprattutto riconosciuto dalle autorità.
Per quanto concerne il coding, tra i corsi migliori spicca quello di PaLEoS ente riconosciuto dal MIUR che opera ormai da molti anni. Il corso presenta tutte le caratteristiche che abbiamo appena elencato. Per esempio, dura 10 ore e può essere fruito da notebook, tablet, smartphone etc. Il corso, poi, si conclude con un normalissimo esame online con test a risposta multipla. L’attestato, per inciso, garantisce 0,5 punti in graduatoria.
Un altro aspetto positivo consiste nel prezzo, che è inferiore alla media, comunque alla portata di tutte le tasche. Anche perché periodicamente vengono erogati degli sconti, disponibili però solo fino a esaurimento posti.
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